Il denaro contante, le banconote e le monete, sono gli strumenti di pagamento più veloce da utilizzare.
Ma la loro comodità e la loro sicurezza sono limitate.
E’ per questo che ci sono strumenti di pagamento più utili, versatili e più “regolamentati”, come l’assegno.
Gli assegni bancari sono una di queste tipologie: probabilmente è uno strumento che hai sempre usato, ma di cui conosci poco il funzionamento ed i rischi che si possono correre.
Ma partiamo dal principio: come è nato l’assegno? La sua storia è legata alla nascita delle prime forme di banca, che ai tempi addirittura dei Templari erano per la maggior parte orefici che si occupavano di custodire i tesori per i propri clienti.
Nel momento in cui custodivano questi beni preziosi, davano al cliente un ordine di pagamento, una sorta di contratto con cui si provava l’effettiva proprietà dei beni, e che poteva soprattutto essere usato per pagamenti.
Questi ordini di pagamento si diffusero soprattutto con le prime forme di banca moderna nella Toscana del 1300.
La funzione dell’ assegno è proprio quella di essere un ordine di pagamento: quando depositi del denaro in banca hai la possibilità di sfruttare i servizi di pagamento che ti vengono offerti oltre alla propria funzione principale, di cui ti ho parlato qui. Tra questi proprio gli assegni, solitamente raccolti nel “libretto assegni”.
Quando “stacchi un assegno”, come è definita l’operazione con la quale si compila il foglio rettangolare, devi indicare alcune informazioni:
il beneficiario: la persone che vuoi riceva il tuo ordine di pagamento ( se non lo indichi, chiunque potrà utilizzare il tuo ordine per ottenere la somma di denaro indicata)
l’importo: che va indicato sia in numeri che in lettere
la data, importante perché deve corrispondere col momento in cui stai emettendo l’assegno, ovvero quando hai a disposizione dei soldi
la firma
Queste le informazioni sul fronte dell’assegno, come vedi in questo esempio.
Quando compili un assegno e concedi un ordine di pagamento ad una persona devi essere consapevole di avere la cifra che stai scrivendo disponibile sul tuo conto corrente. Se emetti un assegno per un importo superiore alla disponibilità che hai in conto, emetterai un “assegno a vuoto”.
Una operazione del genere può comportare delle conseguenze amministrative e penali, in quanto hai dato un ordine di pagamento senza avere i fondi necessari.
Sul retro si trova invece la clausola di “non trasferibilità”: questa è una garanzia per tutelare il beneficiario dell’assegno e soprattuto chi lo emette. Quando il beneficiario decide di riscuotere l’ordine di pagamento, ovvero ottenere il denaro versandolo sulla propria banca deve mettere una firma sotto la clausola.
Un particolare tipo di assegno è l’assegno circolare: questo viene emesso direttamente dalla banca, non c’è bisogno che lo compili tu, e viene emesso su una cifra già presente in conto corrente. Il fatto che venga emesso dalla banca è una tutela maggiore per il beneficiario, visto che in questo caso l’assegno non può essere a vuoto.
In conclusione, per pagare con un assegno è fondamentale avere soldi disponibili sul conto corrente, e sicuramente non ci saranno se non hai risparmiato in modo corretto.
Ti spiego come fare nella guida gratuita “Il percorso nel risparmio” che puoi trovare qui.